Come aggiornare un sito web: guida potente, giovane e senza scuse
- CompletamenteSiti.it
- Sep 11
- 7 min read
Aggiornare un sito non è cambiare un vestito: è fare manutenzione a un negozio che lavora h24. Algoritmi, sicurezza, contenuti, accessibilità: se resti fermo, retrocedi. Qui mettiamo ordine, con un metodo pratico e zero fuffa: checklist, flussi, errori da evitare e routine mensili che tengono il sito vivo, veloce e in cima alle ricerche.

Perché aggiornare oggi è vitale (e domani è già tardi)
Il web non aspetta. Browser e dispositivi si aggiornano, gli utenti cambiano abitudini, i motori alzano l’asticella. Tenere fermo un sito significa perdere ranking, conversioni e fiducia. L’aggiornamento non è un “quando ho tempo”: è una strategia programmata che preserva performance, sicurezza e reputazione.
Definire l’obiettivo prima del pulsante “Update”
Sicurezza: patch, plugin, temi, CMS.
Performance: immagini, script, cache, database pulito.
Contenuti: pagine chiave, blog, FAQ, microcopy.
SEO: meta, dati strutturati, link interni, mappe.
Accessibilità: contrasti, focus, label, testi alternativi.
Legale: cookie e privacy, consensi, log.
Come aggiornare un sito web: la checklist definitiva
Aggiornare significa ridurre il rischio mentre si migliora il risultato. Il trucco? Separare routine, miglioramenti e progetti. E lavorare in staging, non direttamente in produzione.
1) Flusso sano, sempre uguale (sì, è noioso perché funziona)
Backup completo: file + database, test di ripristino.
Staging: clona l’ambiente; aggiorna lì.
Check dipendenze: versioni, changelog, compatibilità.
Aggiorna: CMS, temi, plugin, librerie.
Test: pagine critiche, form, carrello, login.
Performance: immagini, CSS critico, lazy loading, font locali.
SEO: title, description, canonical, sitemap, robots.
Accessibilità: focus visibile, ARIA, lettura da tastiera.
Deploy: sincronizza su produzione, purge cache, CDN.
Monitoraggio: uptime, errori 4xx/5xx, Core Web Vitals.
2) Frequenza consigliata (ritmo da atleti, non da turisti)
Settimanale: patch sicurezza, plugin sensibili, piccoli fix.
Mensile: core CMS, pulizia DB, audit performance, link rotti.
Trimestrale: revisione contenuti, architettura, intent di ricerca.
Semestrale: accessibility review, dati strutturati, privacy/cookie.
Annuale: stress test hosting, rinnovo certificati, analisi concorrenza.
Le aree che fanno davvero la differenza
Performance (veloce batte bello, sempre)
Ridimensiona e converti immagini in AVIF/WEBP.
Minimizza e differisci script non essenziali.
CSS critico inline, resto differito.
CDN e cache a livelli; preconnect/preload mirati.
Rimuovi plugin ridondanti: ogni “aggiunta” pesa.

Sicurezza (la serranda abbassata quando esci)
Aggiornamenti rapidi; 2FA; limitazione dei tentativi login.
Ruoli minimi; niente admin condivisi.
Backup off-site e test di restore.
Header di sicurezza (HSTS, CSP di base, X-Frame-Options).
Log attività e alert email su modifiche critiche.
SEO (non solo parole chiave)
Titoli unici, description utili, H1/H2 coerenti.
Dati strutturati per tipo di contenuto.
Internal linking che accompagna l’utente, non lo confonde.
Sitemap pulita; robots.txt senza blocchi folli.
Pagina 404 utile, non un vicolo cieco.
Accessibilità (includere è strategia, non gentilezza)
Contrasto AA; dimensioni tap adeguate.
Focus sempre visibile; ordine naturale di tabulazione.
Label complete; errori form spiegati.
Test con screen reader e tastiera.
Alternative testuali per media.
Come aggiornare un sito web: errori comuni che costano caro
Aggiornare in produzione: la scorciatoia più lunga.
Niente backup testato: finché non serve, sembra inutile.
Plugin a caso: uno per ogni esigenza: poi rallenta tutto.
Contenuti vecchi: intoccabili “perché li abbiamo sempre avuti”.
Zero monitoraggio: nessun alert, nessun dato, nessuna reazione.
Come evitarli (routine, strumenti e disciplina)
Staging come legge.
Backup automatici + webhook di conferma.
Lista plugin minima; sostituire tre plugin con uno.
Calendario editoriale: aggiornare guide, FAQ, pagine servizio.
Alert su uptime e errori; report mensili leggibili.
Il paragrafo che i motori capiscono e gli utenti amano
come aggiornare un sito web parte da dati reali: errori 4xx/5xx, Core Web Vitals, query emergenti, ticket del supporto. Si pianifica: cosa toccare, quando e perché. Si prova in staging, si testa su dispositivi reali, si pubblica con rollback pronto. Poi si misura. Senza numeri, si chiama speranza; con i numeri, si chiama lavoro.
Aggiornamento dei contenuti: il muscolo che fa crescere tutto
Cosa aggiornare ogni mese
Pagine service: prezzi, tempi, CTA più chiare.
Blog: articoli pilastro, esempi aggiornati, statistiche nuove.
FAQ: nascono dai dubbi reali dei clienti.
Microcopy: messaggi di errore, tooltip, conferme.
Media: immagini più leggere, video sottotitolati.
Come scegliere cosa aggiornare
Dati: Search Console (CTR bassi, posizioni stabili).
Business: offerte stagionali, nuove linee, case study.
Feedback: email, chat, recensioni: oro puro per nuove FAQ.
Competitor: se ti superano su una query, studia e colpisci meglio.

CMS: WordPress, Wix, Headless? Aggiornare cambia a seconda della base
WordPress (flessibile ma va tenuto in riga)
Aggiorna core, tema e plugin su staging.
Audit plugin: pesa meno, fa di più.
Ottimizza database; cron e job puliti.
Hardening: permessi file, disabilita editor, chiave SALT.
Page builder? Solo se necessario e leggero.
Wix Studio (veloce, ma serve rigore)
Versioni e sandbox; revisioni chiare.
Ottimizzazione immagini, performance pannelli media.
SEO settings per pagina, redirect, metadati social.
Velo: logiche pulite, nessuna chiamata superflua.
Backup versioni e restore testato.
Headless/Static (performance, ma dev-first)
CI/CD con test; invalidazione cache post-deploy.
Asset hashing; immagini generate in build.
Monitoraggio errori client e server.
Aggiornamento dipendenze in lockfile.
Documentazione vivi-aggiornata.
Strumenti che non invecchiano (se usati bene)
Uptime monitor + alert istantanei.
Lighthouse locale per debug puntuale.
Search Console per query, copertura, Core Web Vitals.
WebPageTest per rete lenta e waterfall.
Heatmap/session replay per vedere dove l’utente si perde.
Governance: chi fa cosa, quando e con quale responsabilità
Owner: decide priorità e approva.
Editor: aggiorna contenuti e immagini.
Dev: gestisce aggiornamenti tecnici, bug, performance.
Analyst: legge i dati, propone interventi.
SLA: tempi di risposta e ripristino chiari.
Calendario tipo (che non salta, si adatta)
Lunedì: backlog, priorità, test in staging.
Mercoledì: deploy a finestre brevi, monitoraggio stretto.
Venerdì: report, retrospettiva, piano della settimana dopo.
Accessibilità e legale: aggiornare è rispetto (e vantaggio)
Nuove linee guida? Aggiorna pattern e componenti.
Cookie e privacy: consensi trasparenti, log e versioning.
Traduzioni: non copia-incolla; rilettura nativa.
Moduli: errori chiari, campi minimi, alternative telefoniche.
Post-lancio: cosa fare entro 7, 30 e 90 giorni
7 giorni: controlla errori di copertura, moduli, 404 anomali.
30 giorni: confronta CTR, tempo di caricamento medio, funnel.
90 giorni: rivedi architettura, link interni, pagine hub, casi studio.
Metriche che contano davvero (e come leggerle senza farsi ingannare)
LCP/INP/CLS: non sono medaglie, sono freni o acceleratori di conversione. Se peggiorano dopo un aggiornamento, torna indietro.
CTR: title e description vanno riscritti quando calano; test A/B sui titoli vale più di un header animato.
Conversion rate: se scende, rivedi microcopy, form e tempi di caricamento; spesso è lì il collo di bottiglia.
Errori 4xx/5xx: un 404 invisibile è un cliente perso; automatizza alert e correzioni.
Tempo su pagina: utile solo se l’utente compie l’azione prevista.

Migrazione senza perdere SEO (mini playbook)
Mappa 301: ogni vecchia URL deve avere una nuova casa sensata.
Congela pubblicazioni durante il go-live: niente rumore mentre sposti i mobili.
Canonical puliti e consistenti.
Aggiorna i profili social e le campagne con i nuovi percorsi.
Monitora copertura nelle 72 ore: è il radar che ti avvisa prima che sia tardi.
Best practice editoriali: sostanza, ritmo, chiarezza
Titoli che rispondono a una domanda, subito.
Paragrafi brevi, liste dove l’occhio si ferma.
Esempi concreti: numeri, tempi, costi.
Link interni come mappe, non come labirinti.
Aggiorna i contenuti freddi con un mini-changelog: data e cosa è cambiato.
Q&A oneste (perché le domande giuste salvano i progetti)
Quanto spesso devo aggiornare? Quanto basta per non perdere sicurezza e opportunità: settimanale/mensile con disciplina batte “quando capita”. Serve davvero lo staging? Sì: è la differenza tra chirurgia e bricolage. Posso automatizzare? In parte: backup, check link, uptime, compressione immagini. Il resto richiede cervello e contesto. E se un aggiornamento rompe tutto? Rollback in un click: se non puoi farlo, il processo è da rifare. Quanto pesa l’accessibilità sul business? Riduce attrito, allarga pubblico, migliora SEO: è ROI, non beneficenza.
Piccolo vademecum di sopravvivenza (stampalo e appendilo)
Non aggiornare mai alle 18 di venerdì.
Non innamorarti dei plugin. Innamorati dei risultati.
Non mettere in produzione ciò che non hai testato su mobile reale.
Non ignorare i log: sono la scatola nera del tuo sito.
Non promettere “poi ci pensiamo”: metti a calendario e chiudi il cerchio.
Conclusione: aggiornare è un’abitudine che batte il talento
Il sito non “finisce”: evolve. Chi aggiorna bene, vince. Chi aggiorna a caso, perde. Con routine, numeri e disciplina, ogni rilascio è un passo avanti: meno attrito, più risultati. E sì, è più noioso di un fuoco d’artificio. Ma il fuoco passa, il sito resta e lavora.
Extra — Shopify (Online Store 2.0, app, performance, SEO, sicurezza)
Su Shopify l’aggiornamento “sano” parte sempre da una copia del tema (Duplicate) o da GitHub + Shopify CLI: lavori sulla branch di staging, fai preview, condividi il link, poi Publish solo quando i test passano. Se il tema ha una nuova release, leggi il changelog: con Online Store 2.0 le sezioni sono nei file JSON per template, quindi verifica compatibilità di app blocks e theme app extensions (niente codice incollato a caso). App: tieni solo quelle essenziali (ogni app inietta script), aggiorna e rimuovi residui (script_tag orfani). Performance: immagini in formati moderni, dimensioni esplicite, lazy load, evita carichi duplicati di librerie, limita pixel/trackers combinandoli nei Customer Events (Pixels) e valuta Server-Side via Conversion API. SEO: gestisci redirect 301 nel pannello, controlla i “handle”, verifica robots.txt.liquid (se personalizzato), schema markup dal tema o app affidabile, Market/hreflang con domini o sottocartelle. Checkout: se non sei Plus usa Checkout Extensibility, niente hack su checkout.liquid. Legal/GDPR: banner serio (Consent Mode v2), policy aggiornate. Sicurezza: 2FA per lo staff, ruoli minimi, Collaborator Access con scadenza; fai export del tema e contenuti chiave come “backup logico”. Dopo il go-live: Lighthouse, ordini di prova (pagamento + email), 404/500 in Analytics e Search Console.

Extra — PrestaShop (moduli, override, prestazioni, SEO, hardening)
Su PrestaShop (1.7/8.x) l’ordine è: backup file + DB, clonazione su staging, poi aggiornamento con Autoupgrade o manuale (verifica compatibilità PHP). Prima di toccare il core, fai audit dei moduli: aggiorna quelli critici (pagamenti, spedizioni, SEO), elimina i duplicati, sostituisci i “tuttofare” pesanti con soluzioni specifiche. Attenzione a override e hook: se il tema è custom, crea un child e documenta le personalizzazioni per evitare conflitti in update. Performance: abilita cache Smarty, CCC (minify/concat), valuta Memcached/Redis, ridimensiona/rigenera immagini, CDN e HTTP/2/3; pulisci log e tabelle pesanti (es. ps_connections). SEO: URL friendly, canonical, no-index su filtri inutili, gestione 301 nelle migrazioni, schema con modulo affidabile; controlla sitemap e Search Console. Accessibilità: label chiare nei form, focus visibile, alternative testuali per media. Sicurezza: rinomina la cartella /admin, cancella /install, permessi file corretti, disattiva dev mode in produzione, 2FA se disponibile, log degli accessi al BO. Checkout: testa vettori, zone, tasse, metodi di pagamento e mail transazionali; cron per reindicizzazione e job periodici. Dopo l’update: ordini di prova, monitor 500/404, Core Web Vitals e tempi di query; se qualcosa esplode, rollback immediato e diff sugli override.




Comments